ENERGIA, 500 MILIARDI IN MENO
Dopo una buona partenza, con gli investimenti in crescita del 2 per cento (la migliore partenza delle ultime sei stagioni), il lockdown ha bloccato buona parte dei nuovi progetti, con le aziende del settore che si preoccupano soprattutto di gestire gli impianti e le reti per garantire il servizio. Secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia si prevede che a fine anno verrà meno il 20 per cento degli investimenti preventivati.
L’unione tra la domanda di energia in calo, prezzi bassi delle materie prime e aumento dei casi di mancato pagamento delle bollette, secondo il rapporto, comporterà un calo dei ricavi energetici destinati ai governi e all'industria di oltre 1.000 miliardi di dollari nel 2020. Il petrolio, come è prevedibile, rappresenta la maggior parte del calo. Con una conseguenza senza precedenti: la spesa globale dei consumatori di greggio è destinata a scendere al di sotto della spesa per l’elettricità.
IL CROLLO DELLO SHALE OIL
Non per nulla, gli investimenti negli idrocarburi (sia petrolio che gas) registrano il calo più alto in assoluto, superando anche un terzo di quanto è stato speso lo scorso anno. In particolare, le conseguenze più pesanti ricadranno sul settore dello shale oil americano. Per il carbone, l’Agenzia parla di un calo di investimenti a livello globale del 15%, mentre le rinnovabili si rivelano le più resilienti, vedendo calare gli impegni di spesa “solo” del 10 per cento.
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