Elettrificare, elettrificare, elettrificare: non ci sono altre parole per descrivere la soluzione con cui trasformare il mix energetico mondiale, portandolo al 100% di fonti rinnovabili nel 2050, in modo da azzerare le emissioni inquinanti e rispettare gli obiettivi di Parigi sul clima.
La soluzione è quella proposta dalla Lappeenranta University of Technology (LUT) in collaborazione con l’organizzazione no-profit indipendente Energy Watch Group.
Nelle oltre 300 pagine che compongono il rapporto Global energy system based on 100% renewable energy, i ricercatori hanno spiegato in dettaglio come potrebbe funzionare un sistema energetico basato esclusivamente sulle risorse pulite, rinunciando ai combustibili fossili e anche all’utilizzo di tecnologie per catturare le emissioni di anidride carbonica, tra cui il CCS (Carbon Capture and Storage) applicato agli impianti a gas/carbone o alle bioenergie (in quest’ultimo caso si parla di BECCS: Bioenergy with Carbon Capture and Storage).
L’approccio quindi è molto simile a quello impiegato dai ricercatori che hanno lavorato al modello pubblicato dalla Leonardo DiCaprio Foundation: One Earth Climate Model.
Non è la prima volta che l’ateneo finlandese diffonde un modello scientifico da cui emerge che è fattibile, dal punto di vista tecnico-economico, costruire una nuova società capace di reggersi unicamente sulle energie rinnovabili: a febbraio, ad esempio, era uscito uno studio della LUT su come realizzare un mix elettrico in Europa senza carbone, né gas, né nucleare.
A novembre 2017 sempre la LUT aveva presentato un rapporto sulla possibilità di arrivare al 100% di rinnovabili nella generazione elettrica entro metà secolo.
Il documento pubblicato in questi giorni compie un passo in più, perché considera uno scenario carbon-free in tutti i settori: produzione di elettricità, calore/riscaldamento, trasporti, impianti per desalinizzare l’acqua.
In pratica, è una simulazione di come potrebbe avvenire il passaggio da un mix energetico dominato dai carburanti fossili ad un altro con caratteristiche opposte, dove le rinnovabili riuscirebbero a coprire l’intero fabbisogno mondiale di energia primaria.
Uno scenario di questo tipo, chiariscono gli scienziati – tra gli autori principali del nuovo studio c’è Christian Breyer, uno dei massimi sostenitori dei modelli teorici per il 100% di rinnovabili – potrebbe stare in piedi solamente con una massiccia quantità di accumulo energetico (si parla di almeno 30.000 TWh di consumi elettrici e 16.000 TWh di consumi termici assicurati dall’energy storage nel 2050) e con la produzione su vasta scala di carburanti sintetici di origine rinnovabile, quindi soprattutto il biometano e l’idrogeno ricavato da elettrolizzatori alimentati da elettricità eolica-solare (qui si parla di quasi 15.000 GW di capacità installata negli impianti di fuel conversion, come gli elettrolizzatori).
Per quanto riguarda i costi, Breyer e colleghi ritengono che il valore medio LCOE (Levelized Cost of Energy) di un mix energetico totalmente rinnovabile rimarrebbe nella fascia 50-57 €/MWh al 2050.
Da notare, infine, il ruolo di primo piano assegnato dalla LUT al fotovoltaico: tra poco più di trent’anni dovrebbe contare su oltre 63.000 GW di potenza installata in tutto il mondo, mentre l’eolico si “fermerebbe” intorno a 8.000 GW.
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